(foto Pomella)
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 VIAREGGIO. Athos Pastechi ha saputo, voluto, potuto dare una risposta di correttezza e compostezza a tutti coloro che in questi giorni si erano eretti a giudici affrettati e sommari del suo comportamento. Giudici affrettati e sommari accecati da un pregiudizio per il quale tutto quello che a che fare con questa amministrazione o con il centro-destra è male, anzi è “il male”. Poco importa che si tratti dei lavori in passeggiata o del regolamento urbanistico o, come in questo caso, dell’interpretazione del futuro comportamento di un assessore. Sembra che per taluni l’unica cosa che conti è sentenziare contro, senza neppure attendere risposte”.

 Lo scrive il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, alla luce delle dimissioni da assessore presentate da Athos Pastechi, condannato a tre anni e mezzo in primo grado per bancarotta fraudolenta.

“Athos Pastechi – scrive ancora il primo cittadino di Viareggio – ha avuto una condanna, nel primo dei tre gradi che la legge prevede gioverà ricordarlo, per fatti accaduti, anche questo gioverà ricordare, ben prima dell’insediamento di questa amministrazione. Correva infatti il lontano marzo 2005 ed altri erano gli amministratori, allora davvero silenziosi su quanto andava accadendo. Una condanna, ricordiamo anche questo, che nulla a che fare con la sua attività di assessore, ma che Athos Pastechi non ha voluto che potesse in alcun modo pesare sull’attività di questa amministrazione”.

 “Ha voluto dimettersi – aggiunge il sinadco – con la stessa energia, forza, capacità che ha dimostrato in questi anni nel reggere difficilissime deleghe. Forse le più difficili in una città come la nostra, ereditata in una profonda crisi economica e di immagine. Lo abbiamo sempre visto in prima fila, a cercare di rimediare al perduto decoro, ad affrontare le emergenze ambientali o di viabilità. Se poi, magari per le notissime difficoltà economiche o per una burocrazia talvolta cieca e sorda, non tutto è riuscito ad ottenere, nessuno, neppure i suoi avversari politici più acerrimi, o coloro che in questi giorni avevano già aggiunto sentenze a quelle delle Legge, hanno mai messo in discussione il suo impegno ed il cuore con cui l’affrontava”.

 “La Legge farà il suo corso, la rispettiamo e siamo fiduciosi del suo giudizio conclusivo. Ma pur nella difficoltà del momento le sue dimissioni e le motivazioni che ne sono alla base impongono il rispetto dell’uomo”.

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